Nel 1921, e cioè 12 anni prima della presa di potere dei nazionalsocialisti, la sezione del Club Alpino di Vienna aggiunse un paragrafo sull’arianesimo nel proprio statuto. Da quel momento i membri ebrei vennero esclusi dalla sezione. Questi ultimi, assieme anche a molti simpatizzanti non ebrei, fondarono una nuova sezione chiamata “Sezione del Danubio”.
In un’assemblea straordinaria nel 1924 il Club Alpino tedesco e il Club Alpino austriaco decisero di escludere completamente la Sezione del Danubio dal Club Alpino. Di più di 300 sezioni da cui erano composti i due club alpini, soltanto dodici sezioni tedesche si ribellarono a questa decisione. Mentre 98 sezioni del Club austriaco su 110 decisero di inserire nei loro statuti il paragrafo sull’arianesimo.
Agli escursionisti ebrei venne quindi negata, oltre all’iscrizione nei diversi club, anche la possibilità di frequentare e utilizzare i rifugi. Si iniziarono a vedere anche i primi cartelli che proibivano l’accesso ai rifugi agli ebrei. Questi sviluppi furono completamente indipendenti da influenze politiche, anche perché nel 1924, anno in cui Hitler venne liberato dalla detenzione a Landsberg, il partito nazista era ancora molto debole (1% dei voti).
Come segno di protesta nei confronti dell’esclusione degli ebrei dal Club Alpino, nel 1924 venne fondata a Berlino la sezione berlinese del Club Alpino, che nello stesso anno costruì il rifugio Friesenberg. Con l’ascesa al potere del Nazismo, nel 1933, il rifugio cadde nelle mani delle forze armate e venne saccheggiato negli anni della guerra.
Nel 1968 la sezione del Club Alpino di Berlino sistemò nuovamente il rifugio. Nel 2001 venne posta una targa commemorativa di fronte al rifugio contro l’odio e l’intolleranza.
[Foto di Stefan Lenz]