Belluno, città porta delle Dolomiti, abbracciata dalle montagne
e accarezzata dal Piave: un gioiellino da scoprire.
Belluno si trova a 100 km a nord di Venezia, in perfetto equilibrio tra la montagna e la pianura veneta. La città è inserita in un contesto naturale incantevole: protetta dai rilievi delle Dolomiti bellunesi, che la incorniciano a nord, e dalle colline delle Prealpi, che la delimitano a sud, è lambita da due corsi d’acqua, il Piave e l’Ardo.
Il centro storico di Belluno sorge su un’altura che si sporge proprio lì dove il torrente Ardo incontra il Piave: un centro cittadino raccolto e perfetto per essere esplorato a piedi, con una passeggiata tra antichi palazzi ricchi di storia. I principali monumenti e luoghi d’interesse per il turista sono infatti distribuiti in un solo chilometro quadrato. Partiamo dai fondamentali, le cose da vedere assolutamente quando si visita Belluno.
Piazza dei Martiri è il salotto della città, dalla caratteristica forma ad arco aperto. La corona di edifici porticati stretti uno accanto all’altro si affaccia su uno spazio molto ampio, di fronte al listòn e al curato giardino con la grande fontana e gli alberi monumentali. Piazza dei Martiri è considerata in centro di Belluno, ma si trovava fuori dalle mura. Si chiamava Campitello (o Campedèl) fino al 3 giugno 1945, quando venne intitolata ai Martiri della resistenza, in ricordo dei quattro patrioti impiccati sui lampioni della piazza il 17 marzo 1945.
Un dettaglio di piazza dei Martiri, nel cuore di Belluno
Con una passeggiata sotto i portici si arriva in piazza Vittorio Emanuele, dominata dal neoclassico Teatro Comunale, con l’imponente colonnato e la scalinata con i due leoni. Forse non tutti sanno che il teatro di Belluno ha un gemello austriaco: è il teatro di Innsbruck, anch’esso progettato da Segusini, variante molto molto simile a quello bellunese.
Subito a fianco al teatro, si oltrepassa Porta Dojona: l’antica porta di accesso settentrionale alla città risale al ‘200. La facciata è sormontata da un leone veneziano e i portoni in legno, secondo la tradizione, sono quelli originali, rifatti dopo l’assedio imperiale del 1509. Scendendo via Ripa (a sinistra, piazza Mazzini e il Torrione), ci si immette presto in piazza delle Erbe, prezioso scrigno su cui si affacciano il Monte di Pietà (‘500), la piccola chiesa della Beata Vergine della Salute con opere del Brustolon (‘600), la Loggia dei Ghibellini di fronte (‘400) e al centro la fontana di San Lucano (‘300). Cuore pulsante del centro storico, ospita da sempre le bancarelle del mercato della frutta.
Proseguendo sulla destra, passando davanti al Museo Civico, si sbuca presto in piazza Duomo: la cattedrale di San Martino si para di fronte, con la sua facciata incompiuta e il campanile barocco dello Juvarra (‘700), uno dei simboli della città. Alto 71 metri, si conclude con il caratteristico cipollotto in rame con la statua dell’angelo modellata in legno da Andrea Brustolon.
In piazza Duomo ammiriamo anche il Palazzo dei Rettori, sede della Prefettura, che per 400 anni ospitò i rettori veneti che governavano la città. La magnifica facciata, con archi e loggiato, è decorata con bifore e polifore e una serie di busti scultorei dei rettori della Serenissima. Il progetto di ampliamento realizzato tra ‘400 e ‘500 è opera di Giovanni Candi, autore della scala del Bovolo di palazzo Contarini di Venezia. Nel ‘500 fu aggiunta la torre dell’Orologio.
A fianco al Palazzo dei Rettori, l’Auditorium e l’annessa Torre Civica. La sua campana suona ogni anno il 1° novembre per ricordare un momento storico per la città: l’ingresso delle truppe della Liberazione e la fine della Grande Guerra del 1915-1918. Di fronte, la fontana di San Gioatà (‘400), antico patrono di Belluno (ora è San Martino, che si festeggia l’11 novembre).
A chiudere piazza Duomo, vera piazza della città antica, sede dei simboli del potere civile e religioso, ci sono i palazzi del Comune: Palazzo Rosso, sede del Municipio, e la “Caminada”, antico palazzo del Consiglio dei Nobili (‘400). Ora è adibito a uffici e è il punto di ingresso della moderna scala mobile che collega il centro di Belluno al comodo parcheggio di Lambioi, sulla riva del Piave.
Di fronte a Palazzo Rosso (preziosa la sala consiliare, affrescata da Giovanni De Min nell’800), c’è il Palazzo delle Poste (‘900), progettato dall’architetto Alpago Novello, che disegnò anche il giardino da lettura posto a fianco. Qui un tempo sorgeva il castello di Belluno: siamo infatti in piazza Castello.
Di fronte al Palazzo delle Poste si apre una delle terrazze panoramiche più belle, con la vista che spazia dal Piave alle colline del Nevegal. Si intravede anche la chiesetta rossa di Villa Buzzati! In questo punto si può scendere per le scale che portano in via Sottocastello e fare una passeggiata lungo le vecchie mura della città.
Si arriva così al Ponte della Vittoria, elegante opera del ‘900 del veneziano Miozzi, con fregi liberty curati dall’architetto Alfarè. Poco più giù si notano i ruderi del Ponte Vecchio, crollato per una piena nel 1882. Da qui (o meglio, dalla riva sinistra del Piave) si gode di un altro meraviglioso colpo d’occhio sulla città, che dal Piave sale fino alle Dolomiti.
Proseguendo invece sulla sinistra esploriamo Borgo Piave, una volta approdo per le zattere che scendevano dal Cadore dirette verso la pianura veneta. Al centro dell’abitato, la chiesetta di San Nicolò. Risaliamo la scalinata e ci spostiamo a destra salendo per via Rugo (a destra, c’è la Fontana Nova).
Arriviamo così davanti a Porta Rugo, dalla singolare facciata in cotto. Del complesso fortificato originale restano l’arco interno e la nicchia centrale. Sotto a Porta Rugo, antico accesso meridionale alla città di Belluno, entrarono in passato il primo rettore veneziano, Antonio Moro (1404) e l’imperatore Massimiliano d’Asburgo (1509).
Ci immettiamo in via Santa Croce, con la pavimentazione di ciottoli, e poi possiamo scegliere di risalire per via Santa Maria dei Battuti, dove incontriamo l’omonima chiesa, la sede dell’archivio di stato, la tranquilla piazzetta con la fontana di S. Elena (‘500) e poi la stupenda chiesa di San Pietro, che dal ‘300 subì numerosi rimaneggiamenti fino all’aspetto attuale. Il suo complesso ingloba anche l’edificio del Seminario Gregoriano e un magnifico chiostro.
A fianco a questa stradina dal selciato caratteristico, scorre via Mezzaterra: in epoca romana corrispondeva al cardo, l’asse verticale che attraversava il centro storico tagliandolo a metà e, insieme al decumano, definiva l’impianto urbanistico di Belluno. Via Mezzaterra ci riporta in piazza delle Erbe. Uscendo da porta Dojona, svoltiamo a destra lungo via Roma e raggiungiamo così la Chiesa di Santo Stefano e la deliziosa piazzetta che la accoglie. La chiesa (‘400), pregevole esempio di stile gotico, ospita capolavori di Matteo Cesa, Cesare Vecellio e Andrea Brustolon. A lato, vale la pena di visitare il Chiostro dei Serviti (‘400), aperto a tutti perché annesso a uffici pubblici.
Per completare la passeggiata alla scoperta del centro storico di Belluno, segnaliamo anche le opere architettoniche in stile liberty firmate da Riccardo Alfarè, come il Cinema Italia (1926) in via Garibaldi e, in via Caffi, i palazzi garage Tonegutti Bellotti (1922), garage Bacchetti (1913) e Palazzo Coletti (1918), con le due originali cupole che si affacciano sull’incrocio di piazzale Cesare Battisti, poco distante dalla stazione ferroviaria.
La vita di Belluno è stata scandita dalla presenza dell’acqua. La città è sorta su una penisola rialzata, alla confluenza tra il fiume Piave e il torrente Ardo. In passato, i due corsi d’acqua hanno ricoperto un ruolo significativo per lo sviluppo economico e culturale del territorio, frequentato dall’uomo sin dalla preistoria. Lungo il Piave, scorreva un collegamento naturale tra l’area transalpina e quella adriatica, via di comunicazione diretta tra le più isolate aree di montagna e la laguna di Venezia.